martedì 31 luglio 2012

L'ANTROPOCOSMO




L'Antropocosmo


Nelle Indie,la tradizione del Vastupurushamandala-vale a dire del piano del tempio fondato sull'Uomo Cosmico-è ancora viva.Le cattedrali del Medio Evo cristiano avevano come immagine modello per l'edificio il Cristo in croce.In Egitto,noi conosciamo almeno ancora un tempio disposto su uno schema di figura umana,ma, mentre questa figura è rappresentata in un "gesto rituale",l'Uomo del Tempio di Luxor è l'uomo nascente e crescente.Noi pensiamo che non esistano in alcun altro luogo la mondo vestigia di un tempio simile.
Se non si trattasse in questo caso che di una curiosità architettonica,o di una fantasia pia o semplicemente rispettosa nei confronti del principio reale,tutto ciò ora non presenterebbe per noi interesse alcuno.
Ma tutti i templi iniziatici sono fondati sul principio dell'Antropocosmo,vale a direl'"uomo in quanto Universo",l'antropomorfizzazione del pensiero civile,sia nella sua totalità,sia in una dele funzioni cosmiche innate nell'uomo,ultimo prodotto della natura.in questo caso si tratta non soltanto di una sensibilizzazione,ma anche di una dottrina -base per tutto il pensiero.
La tendenza razionale sarà portata a studiare la parte componente di un tutto alla luce dei caratteri rivelati dall'insieme.Il buon senso spingerebbe verso lo studio della parte componente,o quanto meno verso l'osservazione di tale parte esaminata di per se stessa, nel composto o conglomerato,la nuova massa.







Nel principio Purusha,o Antropocosmo,esiste anche un'altra posizione secondo cui l'uomo non è la parte componente,bensì il prodotto finale.Egli non è una parte del tutto,bensi questo tutto nella sua espressione vivente;al contrario,è l'universo che appare come dispersione delle parti,ciascuna delle quali vive separatamente e, per quanto indipendente,viene analizzata in rapporto al Tutto umano.Consideriamo,per esempio,l'atomo e la materia.Studiare l'atomo partendo da ciò che conosciamo della materia sarebbe la tendenza naturale.La tandenza allora sarà quella di studiare l'atomo,al fine di arrivare a comprendere la materia.In tutto questo,però,vi è un errore:la materia si presenta come un conglomerato nel quale le forze o energie dell'atomo sono compensate e,quindi, le caratteristiche dell'atomo vivo vengono meno o si modificano,come la coagulazione che rende inerti le particelle colloidali che formano,in ambiente vivo,il movimento browniano.Avremo,al contrario,una immagine dell'atomo nei sistemi stellari dove la materia dei corpi in movimento si organizza in una immagine vivente,simile agli elementi energetici dell'atomo.Una nebulosa sarà con assai maggior certezza immagine dell'atomo di quanto non possa essere la materia,ciò significa che questa nebulosa sarà un Tutto vivente,un simbolo attraverso il quale si potrebbe sperare di conoscere la natura componente della materia.


Le basi di questa dottrina sono:
a)il fatto che l'Universo sia necessariamente limitato alle specificità carateristiche della cosa e dell'essere;
b)il fatto chela varietà degli aspetti e del comportamento di tutto ciò che forma 'Universo sia misurata dalla coscienza;
c)il fatto che esista,in un qualsiasi modo,biologicamente o meccanicamente che sia,una evoluzione,vale a dire una concatenazione dal più semplice verso il più complesso,e che l'umano sia un effetto attualmente finale,anche se non ancora perfetto.
Se esiste per noi,nel divenire naturali,l'uomo pensante così come è attualmente  conosciuto,è possibilissimo ammettere un proseguimento di tale divenire naturale in direzione di un uomo più perfetto,in quanto non v'è nulla a provare che i limiti di questo divenire siano stati già 
raggiunti.E'ugualmente impossibile per noi far congetture sullo stato dell'uomo futuro che abbia già raggiunto tali limiti del divenire.Ogni momento del divenire,infatti,limita l'Universo alla coscienza di quello specifico momento;


d)qualsiasi effetto risultante da un impulso,come il prodotto di una semenza,rappresenta la corporificazione delle specificità virtualmente immanenti in quell'impulso,vale a dire in quella semenza.
In questo modo l'uomo,in quanto effetto finale del divenire naturale,rappresenta la realizzazione delle specificità immanenti alla causa originale,quale essa possa essere.

Fonte:La scienza sacra dei faraoni.
Autore:Schwaller De Lubicz.
ed.Mediterranee.





Iside e Osiride

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